Gallipoli
Alla "Perla dello Jonio" non manca proprio nulla: uno scrigno di tesori che si lascia coccolare dall'abbraccio del mare
Le vie del barocco non sono infinite, ma quelle che incrociano il mare sono un’esperienza imperdibile. Come le strade che conducono a Gallipoli, la Perla dello Jonio baciata dal sole. Se non bastassero la maestosità a la raffinatezza del barocco leccese a rendere la città un prezioso gioiello, basta volgere lo sguardo altrove per incontrare lo splendido mare che circonda la città. Situata sulla costa occidentale del Salento, la “Città Bella” (Kale Polis per gli antichi greci), ha due anime: il borgo nuovo, costituito dalla parte moderna della città ad est, e il centro storico, che sorge su un’isola di origine calcarea. “Candida, soleggiante protesa sul mare nel ceruleo suo abbraccio, che cinge i resti della antica città, un tempo gran fortezza marittima, e il bel porto e il ponte che la unisce al “Borgo” e alla terra, Gallipoli gaia, amena e bellicosa a un tempo…”: così la descrive Riccardo Bacchelli nel suo “L’Afrodite: un romanzo d’amore”.
Una città che è stata costretta, infatti, a cambiare volto nel tempo, a partire dal Medioevo, quando le invasioni barbariche distrussero gran parte delle opere sorte con la dominazione romana, come il potenziamento delle vie di comunicazione e delle attività portuali. Ricostruita dai Bizantini nel XIII secolo, la città conobbe un periodo di fioritura, anche grazie alla sua posizione strategica, che la rese un importante porto commerciale (da qui partivano navi cariche di olio verso tutto il mondo). Simbolo di questa fase di crescita è la ricostruzione del famoso Castello. Nato per scopi difensivi, l’antico maniero subì diverse modifiche e rifacimenti nel periodo angioino e aragonese, venne isolato da un fossato su tutti i lati e, nel 1522, e potenziato da un'altra struttura fortificata, la Torre del Rivellino, collegata da un ponte levatoio all'edificio principale. Da storica roccaforte difensiva, il Castello angioino è oggi diventato un moderno contenitore di cultura, ospitando eventi e mostre di carattere nazionale e internazionale.
Da isolotto unito alla terraferma da un lembo di terra naturale, il borgo antico, sempre durante la dominazione aragonese, divenne una vera e propria isola con il taglio dell’istmo, unico punto di accesso alla città, per poterne accrescere la difesa dagli attacchi dei nemici. Una distanza colmata poi dalla costruzione di una strada per il passaggio delle rotaie del treno e delle auto, parallelamente all’espansione della città al di fuori delle mura a partire dal 1785, quando il borgo nuovo fu progettato in modo tale che la strada principale, Corso Roma, lo dividesse in due parti, uno rivolto a scirocco e uno a tramontana, con un unico frammento di storia rappresentato dalla più antica fontana d’Italia, la Fontana Greca.
“Resta una città di terra dentro il mare, avventurata nel mare, circondata dai suoi bastioni come un bambino nella carriola”, così descrive la città lo storico d’arte Cesare Brandi. Un dedalo di viuzze suggestive e bianche costruzioni custodito gelosamente e quasi tenuto lontano da qualsiasi sguardo distratto. Visitare il centro storico di Gallipoli significa immergersi in un mondo quasi incontaminato, autentico. Gli antichi palazzi, simbolo della nobiltà antica sono arricchiti da affreschi e balconi ornati da decorazioni floreali e angeliche, stravaganti ed eccessive. Uno dei principali monumenti dell'espressione barocca salentina è la Cattedrale di Sant'Agata, posta sul punto più alto dell’isola. Vero e proprio scrigno di reliquie ed opere d’arte (come una ricca collezione di tele di artisti salentini del Seicento e del Settecento, tra cui i dipinti di Nicola e Carlo Malinconico e il gallipolino Andrea Coppola), la sua facciata si staglia in tutta la sua eleganza nella minuscola via Duomo: un dettaglio strategico, questo, che “costringe” lo sguardo del visitatore a guardare in su, ammirando dal basso l’imponenza dell’opera monumentale. Tutto intorno al fulcro della fede gallipolina, tutta una serie di chiese, come la Chiesa del Sacro Cuore, quelle del Carmine e di San Domenico al Rosario, la Chiesa di San Francesco da Paola, la Chiesa di Santa Cristina, la Chiesa di Santa Teresa da Altavilla.
A metà strada tra passato e presente, Gallipoli è tra le mete turistiche più apprezzate della penisola salentina: lo dicono i preziosi gioielli artistici e architettonici ammirati dai tanti visitatori, ma anche i venti chilometri di costa, tra spiagge di sabbia finissima e scogliere basse, lambite dall’acqua cristallina. Dalle tante spiagge attrezzate di Lido San Giovanni e Baia Verde, fino alle colline di sabbia e arbusti di Punta della Suina, da Punta Pizzo a Rivabella più a nord. Ma anche la città vecchia ha una spiaggia tutta per sé. Spiaggia storica della città, La Purità (foto) prende il nome dalla vicina chiesa situata lungo le mura urbiche ed è meta tradizionale dei gallipolini, oltre ad essere apprezzata anche dai turisti più attenti, che si concedono un “bagno” di storia invidiabile.
Ma oltre al mare c’è anche altro: l’intero territorio è infatti compreso nei circa 700 ettari occupati dal Parco naturale regionale Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Pizzo, istituito nel 2006. Due angoli nascosti immersi nella natura: il primo isolotto a circa un miglio dal centro storico, il secondo più a sud, fra località “Li Foggi”, “Punta della Suina” e “Torre del Pizzo”.