Porto Cesareo
Un piccolo pezzo di paradiso nel Salento. Se 17 chilometri di costa vi sembran pochi...
Per difendere una bellezza così preziosa ci sono voluti secoli. Terra di conquista, storia e arte (anche a opera di madre Natura), non è un caso se Porto Cesareo e la costa ionica siano dal Cinquecento protette da sette torri di avvistamento, un tempo pronte a difendere il territorio dai continui attacchi dei turchi e dei saraceni. Di quelle costruzioni (quattro nelle immediate vicinanze di Porto Cesareo: Torre Cesarea, Torre Chianca, Torre Castiglione e Torre Lapillo, nella foto accanto), col tempo svuotate della loro funzione, è rimasto il fascino tipico di una terra desiderata e ammirata per la sua bellezza e ricchezza, in passato dalle popolazioni vicine, oggi da un crescente numero di turisti.
Porto Cesareo è oggi uno dei piccoli gioielli della costa ionica salentina ai confini della provincia leccese, da buon “vicino” dei comuni tarantini di Manduria e Avetrana, e comprende un territorio che si estende da Torre Inserraglio a sud a San Pietro in Bevagna a nord. Come altre importanti mete turistiche, anche Cisaria (in dialetto salentino) cambia volto durante il periodo estivo: i 5,930 abitanti crescono esponenzialmente nei mesi caldi, attirati dai ben 17 chilometri di litorale dai colori suggestivi, dalle spiagge caraibiche e alcuni dei più bei fondali marini, fino alle tonalità del verde della tipica macchia mediterranea dell’entroterra. A contribuire nel 1997 all’istituzione dell’Area Marina protetta di Porto Cesareo, la terza a livello nazionale per grandezza, è stata proprio la ricchezza dei fondali, caratterizzati nelle zone sabbiose dalla presenza della cosiddetta prateria sommersa di Posidonia oceanica, e nelle aree rocciose del coralligeno multicolore, senza dimenticare la fauna marina, costituita da crostacei, molluschi, pesci e tartarughe.
Se non bastassero gli scenari da cartolina a fare di Porto Cesareo una delle mete più desiderate dai turisti, ecco che a fare capolino nel mare cristallino ci sono numerose isole, tra le quali spiccano l’Isola Grande (o Isola dei Conigli) e l'Isola della Malva. La prima, a tutti gli effetti la più grande di un insieme di isolotti che si stagliano di fronte al mare della località salentina, è ricoperta da pini d'Aleppo e di acacie. Ampia 400 metri e lunga 2,5 km circa, prende il nome di Isola dei Conigli perchè durante il secolo scorso c’era l’abitudine di allevare conigli e anche altro tipo di bestiame che serviva alla popolazione locale, soprattutto nei periodi di carestia.
Porto Cesareo conserva tracce chiare del suo passato: il ritrovamento di alcune colonne monolitiche in mare, ad esempio, testimonia che fosse già abitata ai tempi dei romani, con il probabile nome di Porto Sasinae. Le testimonianze di insediamenti umani collocabili intorno ai secolo XVIII e XVII a.C., nella zona chiamata “Scalo di Furnu”, invece, farebbero pensare che la cittadina sia ancora più antica. Grazie alle vicinanze della Via Traiana o Sallentina, durante il periodo della dominazione romana, tutta la costa dell'Astrea, sino a Torre Lapillo, divenne un importante scalo portuale e di comodo snodo commerciale nel Mediterraneo, specie per prodotti agricoli come olio e grano, attirando l’attenzione, a partire dal XVI secolo, dei pescatori provenienti da luoghi limitrofi e, più tardi, anche di abitanti dall’entroterra, che contribuirono al lento processo di popolamento del territorio.
Fino al 1975 frazione di Nardò, Porto Cesareo icade nella cosiddetta Terra d'Arneo, un'area che prende il nome da un antico casale e comprende diversi comuni accomunati da una medesima caratterizzazione paesaggistica. Accanto alle bellezze naturali, Porto Cesareo presenta diverse attrazioni dal punto di vista artistico-culturale. Prima fra tutte l’antica Chiesa della Madonna del Perpetuo Soccorso, costruita nel 1880 su indicazione del vescovo di Nardò, Michele Mautone, accanto alla piccola cappella di Santa Cesarea. Da sottolineare la presenza del Museo di Biologia Marina che comprende un’esposizione di 900 reperti e costituisce un importante punto di riferimento per la facoltà di biologia dell’Università degli Studi di Lecce. Da ricordare il ‘monumento al pescatore’, statua di una donna che simboleggia la moglie che attende il ritorno dal mare del marito pescatore. Celebrazione, quindi, di quella che per lungo tempo è stata l’attività principale di Porto Cesareo, cioè la pesca. Senza dimenticare, però, l’importanza crescente verso un turismo per tutti i gusti: stabilimenti balneari, locali notturni, cucina tipica, escursioni e sport acquatici. Porto Cesareo non si accontenta di 17 chilometri di costa, puntando su un’offerta turistica variegata e di qualità.